Lean Manager o pastori?

Vi siete mai trovati in auto bloccati da un gregge che occupa la strada, intenti nello sforzo inutile di farlo spostare dalla sua posizione in tutti i modi possibili? É la stessa sensazione che spesso si trova ad affrontare chi per la prima volta intraprende un percorso di implementazione della Lean Manufacturing, e che per sogni di gloria di breve termine, pressioni dai vertici aziendali o semplice inesperienza prova a spingere con fatica le persone verso il mondo “snello”.

pecore mod

Il paragone é volutamente provocatorio, e lungi da me voler offendere qualcuno, anzi … in questa immagine é racchiusa la vera essenza del pensiero Lean, l’inversione della piramide organizzativa aziendale che pone la produzione al vertice, sostenuta nella quotidianità da tutte le altre funzioni.

Avviare un cammino Lean non vuol dire aprire la borsa magica da sensei nipponico e imporre da un giorno all’altro il contrario di ciò che si é sempre fatto (“le scorte, la madre di tutti gli sprechi!!”, per fare un esempio); né significa creare liste di azioni da condividere via mail, in attesa di risposte su attivitá che tarderanno ad essere completate.

Lean é creare l’attitudine quotidiana al cambiamento, piccolo o grande che sia. É convincersi che tutto ciò che oggi é LO standard domani non lo deve essere necessariamente, a fronte di un “nuovo” standard migliore. E in tutto questo il ruolo delle persone, soprattutto di chi trasforma la materia prima in prodotto finito, é essenziale.

Siano 5S o 7 sprechi (il punto di partenza per creare consapevolezza nelle persone) oppure Kanban o Heijunka, la strada da percorrere è sempre la stessa: prendersi tutto il tempo necessario per far capire alle persone le motivazioni alla base del cambiamento, senza aver fretta di poter dichiarare l’azione “completata”, ma viceversa facendo emergere (e risolvendo) da subito dubbi e malumori alla base di successive criticità.

Sarà un viaggio lungo, molto lungo, nel quale incontrerete greggi con elevata frequenza. Ma in tutte le attività di miglioramento che promuoverete mettete sempre al centro le persone, perché sarà il modo più semplice (o meglio, meno complicato) per farle spostare dalla strada e permettervi di procedere nel vostro tragitto in auto.

ARRIVARE IN ALTO TRASCINATI DAL SOSTEGNO DAL BASSO: UN PARADOSSO LINGUISTICO PER UN PARADIGMA LEAN!!

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Laureato in Ingegneria presso il Politecnico di Milano, dopo una esperienza come Buyer è attualmente Lean Manager per Alstom Power Italia.

2 thoughts on “Lean Manager o pastori?

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    Mauro says:

    A volte le spiegazioni non sono sufficienti. Se avete a che fare con gli ossi duri della produzione spiegare che cambiare è la cosa migliore non funziona, bisogna parlare la lingua della produzione. ..i FATTI. Personalmente ho scoperto che è molto più facile tenere duro, anche nuotando contro corrente apportando i primi miglioramenti.
    Pian piano le persone misurando sulla propria pelle il beneficio del cambiamento iniziano a credere nel cambiamento e a diventarne gli attori principali

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    Emmanuele de Stefanis says:

    Concordo perfettamente con la metafora del gregge. L'applicazione di una strategia lean non può prescindere dal paziente coinvolgimento delle persone, che diventano il volano del cambiamento. E' la parte piu lunga e difficile, Soprattutto se le circostanze dettate dal cliente o dal management che vuole risultati, impongono un approccio forte, stile elmetto e baionetta.

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