Lo sviluppo delle competenze: il processo Shu Ha Ri [prima parte]

Shu Ha Ri sono tre parole giapponesi che descrivono il modello di sviluppo delle competenze di Toyota.

Toyota non lo ha creato ex-novo ma lo ha adattato prendendolo dalle arti (marziali e non) giapponesi ed è basato su due elementi imprescindibili: un percorso circolare di apprendimento che, partendo delle basi, porta ad una reale maestria e la presenza di un Sensei che accompagna l’allievo nel percorso.

Karatekid ShuHaRi

Il percorso circolare Shu Ha Ri

Nella fase Shu (“proteggere”) l’allievo, sotto la stretta supervisione del Sensei (“maestro”), impara i fondamentali ripetendoli in modo uniforme e standardizzato. La presenza del Sensei, che in questa fase guida in modo direttivo l’allievo, lo protegge da fallimenti che potrebbero bruciarlo. Il Sensei mantiene la piena responsabilità delle azioni e dei risultati dell’allievo

Nella fase Ha (“staccarsi”)  l‘allievo ha maggiore libertà di praticare senza supervisione e, sotto la guida del Sensei, di applicare le regole in modo più creativo pur rispettando gli standard.

La fase Ri (“libertà di creare”) è la fase della creatività: potendo contare su solide basi (ormai interiorizzate e diventate parte della cultura dell’individuo)  l’allievo può sperimentare e migliorare gli standard.

Concluso il ciclo il processo può riprendere al livello successivo.

 

Il ruolo del Sensei

Il Sensei (o coach, nella definizione occidentale) è l’occhio esterno che supervisiona l’allievo nel percorso di Shu Ha Ri. Il suo approccio ha una dinamica durante le fasi: passa dall’essere “insegnante” puro nella fase Shu a essere “supervisore” nella fase Ha fino a diventare “consigliere” nella fase “Ri”. Il modello di interazione è quello Socratico (formare attraverso le domande, non fornendo risposte). Il Sensei mantiene sempre la responsabilità dei risultati e con una forte competenza metodologica e leadership non permette all’allievo di prendere delle scorciatoie.

Il percorso ShuHaRi e il ruolo del Sensei sono tratteggiati nel film “Karate kid”.

 

Cosa occorre?

Perchè il processo funzioni occorre che:

  1. L’allievo voglia imparare
  2. Il Sensei sia preparato (sia “tecnicamente” nelle fasi Shu e Ha, che come Coach nelle fasi Ha e Ri) e abbia una forte leadership
  3. Ci sia il tempo necessario per lo svolgimento del ciclo

Nella seconda parte del post vedremo come il processo di Shu Ha Ri risulta applicabile allo sviluppo delle competenze (tecniche e gestionali) aziendali

 

Management tips: Se vogliamo risultati eccellenti dobbiamo avere persone eccellenti che abbiano maturato basi solide: Le nostre competenze personali si sono sviluppate attraverso un percorso paragonabile allo ShuHaRi? La nostra azienda si può permettere un processo di questo tipo? Se no, Perchè? Quali sono le cose che mancano (Voglia, Sensei, Tempo)?
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Luca Scalmana ha lavorato i modo estensivo per aziende di processo Chimiche e Chimico-farmaceutiche dedicandosi fin da subito alla gestione di progetti di miglioramento sia organizzativi che tecnologici. Dopo aver ricoperto il ruolo di Responsabile Manutenzione e Project Manager, la sua esperienza lo ha portato alla Direzione Industriale nel settore Coatings dove ha gestito in prima persona cambi culturali in ottica Lean Maufacturing. La sua esperienza come Direttore Generale in un’azienda di componentistica elettromeccanica gli ha permesso di far maturare le proprie competenze integrando la visione di Lean Manufacturing con quella di Lean Enterprise.

One thought on “Lo sviluppo delle competenze: il processo Shu Ha Ri [prima parte]

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    Andrea De Liso says:

    Molto interessante
    Anche il mio maestro di karatè spesso ci spiega
    Del metodo Shu Ha Ri da applicare a nuove o diverse tecniche .

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