Shopfloor Management a sostegno di una leadership diffusa [parte2]

Nel precedente articolo Shopfloor Management a sostegno di una leadership diffusa  concluso la prima parte con una domanda: come rendere operative all’interno delle aziende le riflessioni di Liker e Convis in “The Toyota Way to Lean Leadership” a proposito della leadership come sostegno alla Lean Transformation?

Fondamentale è stata la mia esperienza alla Fabio Perini, azienda leader nella produzione di macchine per il packaging del tissue, per apprendere come sia possibile sostenere i progetti kaizen nel lungo periodo tramite lo Shopfloor Management. Questo è uno degli strumenti più efficaci per diffondere la leadership, supportando lo sviluppo sostenibile dei processi proprio dove accadono, nel gemba.

Si è deciso così di testare lo Shopfloor Management per la prima volta in azienda proprio sul mio progetto di tesi, centrato sul miglioramento del processo dei Retrofit, un particolare tipo di ricambi. Lo Shopfloor Management si svolge principalmente nel gemba, proprio perché è importante che i manager siano presenti nelle aree produttive, in modo da fornire il loro supporto nelle attività quotidiane, gestendo le priorità e innescando così il miglioramento dei processi.

Lo Shopfloor Management per il progetto Retrofit è stato articolato su tre livelli:

  1. Due volte a settimana, presso le aree di montaggio dedicate ai Retrofit, si svolgono regolarmente brevi incontri per fare il punto sullo stato del montaggio di ogni Retrofit, cui si attribuisce il colore verde, giallo o rosso a seconda del grado di criticità. Anche lo stato 5S della piazzola e il livello di sicurezza vengono valutati con la stessa scala di colori.
    Lo strumento usato come supporto è un tabellone preparato per ogni piazzola, che raccoglie informazioni sull’ordine del Retrofit, sullo stato avanzamento lavori, sul confronto tra ore di lavoro effettive e preventivate…

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Shopfloor Management a sostegno di una leadership diffusa [parte1]

La mia tesi di laurea ha segnato un momento fondamentale nella mia vita anche perché è il risultato del lavoro in un ambiente molto formativo e stimolante, Fabio Perini Spa, che mi ha fatto capire quali sono gli obiettivi che vorrei perseguire nella mia vita lavorativa, l’importanza del miglioramento personale, dei colleghi di lavoro e dell’azienda.

A questo proposito vorrei soffermarmi su quella parte di tesi nella quale ho affrontato uno degli argomenti più interessanti ma anche problematici per chi applica la Lean in azienda: come non vanificare i risultati ottenuti da progetti Lean e come perseguire invece la strada del miglioramento nel tempo.

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Presentare per cambiare

10+1 consigli per preparare presentazioni efficaci

escher_sky_waterNon credo di essere vecchio (quasi 48!) ma quando ho iniziato a lavorare in Italia era appena arrivato in ambito professionale il concetto di presentazione. Power Point era alla versione 2.0 ed era affiancato da diversi concorrenti, alcuni forse persino migliori. I videoproiettori costavano come un’auto di media cilindrata, per questo gli strumenti più probabili erano fogli di carta lucida in bianco e nero e la molto più abbordabile lavagna luminosa. Sì sembra passata un’era geologica, quasi tutto è cambiato, ma ciò che più conta è che la prassi della presentazione oggi è uno standard planetario, dagli executive della City ai comandanti di Al Quaeda…
Power Point di Microsoft, Keynote di Apple e l’emergente Prezi, sono ormai strumenti molto affinati e diffusi, in alcuni paesi persino insegnati nella scuola dell’obbligo. I canali si sono moltiplicati a dismisura, il web ci consente ormai da anni di condividere le presentazioni nei blog, trasformarle in piccoli video da pubblicare su Youtube o Vimeo, accedere a siti espressamente dedicati alla condivisione delle presentazioni come Slideshare.

Nonostante tutto ciò, o forse anche proprio per questo, le presentazioni inefficacie a volte orribili sono più abbondanti dell’aria che respiriamo.

Ecco i miei 10 + 1 consigli per fare un salto di qualità nelle vostre presentazioni:

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Siamo tutti “animali visivi”

Mettete indietro l’orologio di 100.000 anni minuto più minuto meno, siete in una brughiera dell’Europa centrale e state andando in cerca di cibo, non lontano da voi c’è  un vostro competitor proveniente da una tribù vicina. Improvvisamente dal grigio della nebbia emerge una massa più scura. Voi la vedete e siete in grado di percepire che si trova ad un centinaio di passi, il vostro antagonista no. Che si tratti di un branco di predatori o della vostra cena, voi avrete molte più probabilità di trasformare quella percezione in un’occasione di sopravvi01_venza rispetto al vostro simile, meno dotato dal punto di vista visivo. Dato poi che nella brughiera la sera non c’è gran che da fare… Trasmetterete quella caratteristica alla vostra progenie, cioè noi. Continue reading

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