Viviamo in un contesto di alto turnover aziendale, con una tendenza che è in crescita e non sembra rallentare.



Viviamo in un contesto di alto turnover aziendale, con una tendenza che è in crescita e non sembra rallentare.
Ho recentemente letto un articolo in cui venivano analizzati i risultati Economico/Finanziari di Toyota nel secondo semestre dell’anno fiscale 2021 (quello che va, per l’azienda giapponese, da Aprile a Settembre 2021).
La trasformazione digitale dei processi si fonda sull’implementazione delle tecnologie abilitanti dell’industria 4.0, perciò pare ovvio che il principale driver di cambiamento sia la capacità di adottare tali tecnologie all’interno del contesto aziendale.
Prima di diventare “allenatori” siamo stati noi per primi “giocatori”. Abbiamo giocato in prima persona la partita imparando a conoscere ogni tecnica, ogni trucco del mestiere. È in quel contesto che siamo diventati bravi a “fare” e la fonte della nostra energia è stata la soddisfazione per i risultati raggiunti grazie al nostro “fare”.
Quando pensiamo agli strumenti utilizzati nelle varie professioni ci vengono probabilmente in mente degli attrezzi tangibili: il pompiere usa l’estintore, il dentista il trapano, il medico lo stetoscopio e via dicendo.
Se questi sono strumenti fisici che possiamo facilmente visualizzare, non è altrettanto facile avere una chiara immagine di quali siano gli strumenti del Leader.
Ho avuto il privilegio, per buona parte della mia carriera, di avere come guida una persona ed un maestro incommensurabile: l’ing Akira Koudate di cui, in queste settimane, ricorre il secondo anniversario della scomparsa.
La parola chiave del consulente è valore. Nei progetti di Lean Transformation si ripete continuamente che serve eliminare gli sprechi e massimizzare il valore aggiunto per il cliente. Parole usate tutti i giorni nelle aziende. Ma è veramente chiaro cosa sta dietro questi concetti?
Il valore o valore aggiunto rappresenta tutte e solo quelle attività eseguite da una organizzazione che trasformano il prodotto o il servizio, e che il cliente riconosce ed è disposto a pagare, perché il cliente le percepisce come utili. Lo spreco è tutto il resto, il complementare, che va cercato, compreso ed eliminato. Semplice.
Quindi se un’azienda – organizzazione che opera con un fine comune, per produrre un prodotto o un servizio, portando valore per gli azionisti – ha la capacità di riconoscere il valore per il cliente, deve solamente perseguirlo per massimizzare i propri risultati. E quelle che ci riescono possono essere definite organizzazioni di successo.