The good, the bad and the Supplier

Dimmi con che fornitore vai e ti dirò chi sei

La parola ‘fornitore’ per me è abbastanza evocativa, mi ricorda un ufficio anni ’80, scrivanie, polvere, procedure e librerie di faldoni.
Come se si trattasse di una cosa lontana, una specie di entità invisibile che quasi non esiste ma è utile solo a far muovere la mia ruota, come? Chi lo sa. Chi sono le persone dietro? Non importa.
Eppure chi collabora e contribuisce al successo conta eccome, eppure chi ci fornisce qualcosa nel senso più alto del termine è parte del sistema non è esternalità.
Facile a dirsi, tutti i manuali di Business Administration lo dicono, lo sanno tutti! Eppure poi pochi lo fanno.

E perché se tutti lo sanno nessuno lo fa?

Post blog modenese

La risposta è semplice, più che semplice è banale, non lo fanno perché è difficile, perché non ci riescono.
Far lavorare un fornitore e lavorare con un fornitore sono scuole radicalmente opposte, proviamo a disegnare qualche modello:

modello ‘spremi e butta’
Un fornitore? Un costo da spremere. Ha delle difficoltà? Problemi suoi, io ne ho già abbastanza coi miei. Ha firmato per 10 e può darmi solo 9 non per causa sua? Non mi interessa, io devo rispettare le mie promesse lo facesse anche lui. E’ in difficoltà economica perché gli ho chiesto troppo? Ne troverò un altro
Vantaggi: tensione sempre accesa
Svantaggi: appena potrà difendersi o ‘fregarmi’ lo farà

modello ‘uomo invisibile’
Scusa chi è il tuo fornitore? Ah guarda chiedi a quello che gestisce le fatture. Oggi non è arrivato come al solito? Avranno avuto qualche problema, tu hai il numero?
Vantaggi: relax assoluto
Svantaggi: fornitore frustrato o fornitore rilassato

modello ‘radiosveglia’
si sono bloccate le spedizioni ma non dovevi portarmi il materiale? Sì ma sono tre mesi che ti avverto! Dovevi avvertirmi meglio la prossima volta cambio fornitore!
Vantaggi: ho sempre qualcuno a cui dare la colpa
Svantaggi: il fornitore incompreso presto o tardi cercherà di lasciarci e ci resterà solo chi sguazza nelle emergenze

Sarà capitato a tutti almeno qualche volta di sentirsi uno di questi modelli o simili, è umano scaricare la responsabilità, non voler pensare anche a problemi che non hanno un riscontro per se stessi, è umano avere paura di non aver una giustificazione accettabile per spiegare un errore, è umano non volere la sensazione di essere raggirati e quindi raggirare preventivamente.

E’ umano ma non funziona, dare qualcosa anche in cambio di nulla, sentire i problemi di altri anche come propri, ascoltare, comprendere… paga. Vale per i collaboratori, vale per i fornitori.
Donne e Uomini coinvolti e capiti sono pronti a capire a loro volta, Donne e Uomini che si sentono difesi sono pronti a buttarsi nel fuoco per difendere a loro volta.
Fiducia, onestà, condivisione di valori comuni non sono solo parole da guru per vendere libri e non devono essere cieche, possono  essere fondate su trasparenza e strumenti che abbattono i muri.
Ha sempre vinto l’inclusione mai il contrario.
Mi raccomando ragazzi, fate squadra!

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Matteo. Veneto di nascita ha vissuto a Trento, Milano e Bologna. Dopo esperienze da analista in società di consulenza direzionale si è specializzato in ambito Ecommerce e Operations. Inizialmente attivo su temi specifici come Resi Cliente e Customer Operations ha affrontato e guidato importanti progetti di Innovazione e Reengineering ma anche temi di Continuity come Responsabile di Plant. Le cose di cui va più fiero sono i servizi web pensati e progettati per il cliente finale, un grande progetto di Lean Tournaround ma soprattutto il Team con cui condivide la propria filosofia di pensiero sul lavoro.

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