Parlando coi nostri clienti, mi capita sempre più spesso di sentire dire “sta andando bene, ma ho la sensazione che potremmo fare meglio”.
Questa sensazione può derivare dalla propria esperienza, dai comportamenti delle persone che lavorano all’interno dei reparti produttivi, o più semplicemente da una somma di fattori che sono sotto ai nostri occhi tutti i giorni, e a cui diamo peso, magari inconsapevolmente.
Spesso però il vero problema sta nella capacità di vedere, osservare e misurare questi fattori, al fine di poter dare un valore quantitativo a questo “potremmo fare meglio”.
A tal proposito ricorderei il famoso aforisma di Lord Kelvin: “Se non si può misurare qualcosa, non si può migliorarla.”
La riposta a questo problema la si trova in un approccio metodologico chiamato Analisi del potenziale che si articola in una sequenza di attività che permettono di misurare il gap fra la condizione iniziale ed una possibile condizione target.
Queste attività sono raggruppate nelle seguenti macro-fasi:
- Analisi delle condizioni iniziali del sistema logistico-produttivo
- Studio dei potenziali secondo i principi di best practice
- Elaborazione di una roadmap di implementazione
La corretta impostazione di questa tipologia di analisi è fondamentale per arrivare rapidamente alla definizione della condizione target che ci servirà come guida durante tutta la fase di implementazione.