Guardare la nave attraverso gli occhi dell’equipaggio

Attirare e trattenere i talenti è una delle sfide più critiche quando si vuole costruire una squadra vincente. Purtroppo raramente siamo nella condizione di poterci ingaggiare in questa sfida. Il più delle volte l’arena in cui siamo costretti a giocare ci costringe a cercare di massimizzare i risultati ottimizzando le risorse che abbiamo, puntando a risultati eccellenti con risorse valutate come mediocri.

Quando ci si trova in una situazione di questo genere la tentazione è quella di autolimitare le aspettative e dimostrando, di fatto, la mediocrità della nostra squadra (nota: raramente ci auto valutiamo come mediocri, ma questo ragionamento mutuato ad un livello più alto dell’organizzazione potrebbe valere anche per noi, no?). La vera sfida è quindi quella di puntare a risultati eccellenti con risorse numericamente scarse e qualitativamente abituate a performance mediocri.

Michael Abrashoff ,  introduce dalle prime pagine del suo libro “it’s your ship” questa come la sfida più importante della sua assegnazione alla Cacciatorpediniere Benfold nel 1997. La situazione di partenza era la seguente: era chiamato a gestire un “business” operante h24, sette giorni su sette in zona di guerra (la seconda guerra del golfo), con asset per qualche centinaia di milioni di dollari, con un team di 310 persone inquadrate in 4 dipartimenti diversi con obiettivi spesso non allineati. Il tutto con la consapevolezza che la sua nave era considerata “nettamente al di sotto della media” a livello di performance.

Dalle prime battute del libro si capisce subito qual è stata la chiave di volta che ha portato la Benfold a diventare il miglior cacciatorpediniere della flotta del pacifico durante i due anni di comando di Abrashoff:  gestire la nave con l’ambizione dell’eccellenza e “guardarla attraverso gli occhi dell’equipaggio”. Un equipaggio non costituito da talenti nati, votati al successo e abnegati a servire la patria su una nave della US Navy, bensì da ragazzi con livello di scolarità medio/basso che spesso scelgono l’arruolamento per migliorare il proprio mediocre tenore di vita e che contano i mesi che mancano alla fine della ferma per ritornare alla propria vita con una temporanea sicurezza finanziaria, comandati da ufficiali di carriera stretti in una logica di promozioni “up or out” che li mette, di fatto, in competizione tra loro.

Una sfida impegnativa che di certo può essere paragonata ad un complesso turnaround aziendale. Il libro è costituito da una serie di aneddoti che portano ad una unica grande strategia: non permettere a nessun membro dell’equipaggio di aderire al modello di mediocrità che fino ad allora sembrava essere l’unico possibile sulla Benfold.

Una lezione che in molti dovremmo imparare.

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Luca Scalmana ha lavorato i modo estensivo per aziende di processo Chimiche e Chimico-farmaceutiche dedicandosi fin da subito alla gestione di progetti di miglioramento sia organizzativi che tecnologici. Dopo aver ricoperto il ruolo di Responsabile Manutenzione e Project Manager, la sua esperienza lo ha portato alla Direzione Industriale nel settore Coatings dove ha gestito in prima persona cambi culturali in ottica Lean Maufacturing. La sua esperienza come Direttore Generale in un’azienda di componentistica elettromeccanica gli ha permesso di far maturare le proprie competenze integrando la visione di Lean Manufacturing con quella di Lean Enterprise.

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