La qualità dei dati: costo o risparmio?

A prima vista questo argomento potrebbe sembrare relegato al mondo IT, ma quando si entra nella pratica si comprende che non è così.

Spesso si pensa che basti cambiare il proprio sistema IT per risolvere i problemi aziendali, ma non ci si rende conto che il vero problema risiede nella manutenzione dei dati e nello sviluppo delle proprie risorse relativamente al funzionamento del sistema informativo esistente; a tal proposito, riporto una frase di un precedente datore di lavoro, che un giorno mi disse: “ricordati che i sistemi informativi sono delle macchine sportive che vengono usate come delle utilitarie”.

Cosa succederebbe se decidessimo di fare una torta da portare ad una cena con amici e la ricetta fosse sbagliata?

Prima di tutto, avremmo sprecato gli ingredienti generando scarti, in secondo luogo avremmo sprecato il nostro tempo ed infine probabilmente avremmo dovuto comprare una torta in pasticceria, spendendo molto più di quello che avevamo preventivato.

A questo punto vi faccio una domanda: secondo voi, è meglio sostenere i costi per la gestione a posteriori degli errori generati dalla scarsa qualità dei dati o investire per raccogliere sistematicamente i dati e per sviluppare internamente una “cultura del dato”?

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Nicola Caramaschi ha lavorato per 7 anni nel settore automotive dapprima come Manufacturing Engineer e poi come First Line Manager formandosi sul campo su tematiche Lean quali 5S, OEE, SMED ed è stato ruolo chiave per l’implementazione dello ShopFloor Management nell’area di sua competenza. Durante questi anni ha anche partecipato a due progetti di implementazione SAP come team leader. A partire dal 2018 ha avuto modo di essere coinvolto dall’headquarter in progetti internazionali di performance improvement al fine di aumentare la competitività dei singoli stabilimenti produttivi.

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