Qualche mese fa, in molti eravamo impegnati a fronteggiare l’emergenza, cercando soluzioni per rispondere alla necessità di distanziamento sociale, di allontanamento nello spazio anche delle attività che per anni abbiamo visto quotidianamente ripetersi nei nostri uffici. E’ trascorso ormai un anno e, in forma più importante e diffusa di quanto potessimo immaginare, il lavoro a distanza diventa strutturale, una nuova normalità.
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Smart, home, remoto, agile: di cosa stiamo parlando?
Di lavoro, sarebbe sicuramente la risposta. In effetti, il tema è di estrema attualità, forzatamente. E trattandosi di lavoro, le considerazioni possono essere fatte sotto diversi punti di vista: sociali, giuslavoristici, tecnologici. E’ il dibattito “pubblico” che riempie i media.
Una volta capito quanto della risposta all’emergenza diverrà strutturale, scopriremo finalmente il nodo centrale della questione: il lavoro, certo, ma fondamentalmente la sua organizzazione.
Lavoro Agile o Metodologia Agile ?
Siamo italiani, parliamo una bellissima lingua ormai arricchita da una moltitudine di termini anglosassoni che ci aiutano a definire meglio concetti e ad evitare incomprensioni.
Così quando in questi giorni “covid19” ho sentito parlare per la prima volta, durante una trasmissione radiofonica, di “Lavoro Agile” riferendosi alla possibilità di svolgere il proprio lavoro da casa, beh ve lo confesso, il mio cervello ha subito un sussulto.
In una frazione di secondo ho passato in rassegna mentalmente il “Manifesto per lo sviluppo Agile del Software” ed i 12 principi del Software Agile, per accertarmi di non essermi perso qualche cosa negli ultimi 19 anni di Scrum.